Le Grazie

Le Grazie merita di essere vissuta fino in fondo per le sue offerte culturali e gli scenari in cui sono collocate, comprese le spiagge libere per la balneazione, incastonate nell’insenatura delimitata dal promontorio del Varignano, base degli Incursori e dei Palombari della Marina Militare.

Le case del centro storico, una affiancata all’altra in un delicato concerto di colori, sono l’espressione della simbiosi col mare, della vita che si intreccia con esso attraverso le barche. Quelle d’epoca ormeggiate in fregio alla palazzata di Ria, sono tra le più  belle e aristocratiche del Mediterraneo, cariche di storia, legni e ottoni luccicanti.

Venivano dal mare anche i monaci Olivetani che nel 1400 eressero il Santuario dedicato a Nostra Signora delle Grazie: scampavano alle incursioni saracene dal piccolo monastero costruito sull’isola del Tino. A Ria, sull’onda del culto mariano diventata Le Grazie, ne costruirono uno più grande, più ricco. Ne sono testimonianza gli affreschi di Nicolò Corso, i marmi intarsiati degli altari, dove abbonda il portoro, marmo bandiera del territorio, ancora estratto dalle colline: nero con striature dorate.

Tracce di questo se ne trovano nell’altro complesso monumentale del territorio, immerso nel verde alle spalle del borgo: la Villa Romana del Varignano Vecchio, con annesso frantoio, il più antico della Liguria. La circondano gli ulivi secolari. Lì, a cominciare dal primo secolo avanti Cristo, partivano le navi olearie per commercializzare l’oro liquido.

Questo territorio, votato al mare e alle costruzioni navali che ancora proseguono nel solco dell’ingegno dei maestri d’ascia, i vecchi artigiani che davano forma alle barche, è raccontata nel Cantiere della Memoria, meritevole di una visita, dove lo storie di mare di ieri si intrecciano con quelle di oggi, attraverso mostre ed eventi, nel cuore del porto antico delle Grazie.